È polemica sui 10 euro in più concessi ai macchinisti dei treni merci che saltano la pausa pranzo per evitare i ritardi.

A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano nella sua edizione web di ieri.

"Non è altro che un incentivo a rinunciare al pasto. O, peggio ancora, a mangiare mentre si è alla conduzione del treno merci" dice al quotidiano Giorgio Pischedda, rappresentante nazionale del sindacato di base Orsa cui non piace questo accordo che va ad aumentare da 7,7 a 18 euro il compenso forfettario riconosciuto al macchinista nel caso in cui rinunci alla pausa pranzo.

Contattata in merito, la Direzione Risorse Umane di Mercitalia preferisce non rilasciare dichiarazioni. "Le previsioni dell’accordo sono un fatto molto grave", secondo Pischedda. "È lesivo per la salute non alimentarsi adeguatamente o mangiare ad orari irregolari o peggio ancora mangiare panini tutti i giorni. E meno che mai è salutare mangiarli a bordo di locomotive tra polveri e sporcizia varia". E cita il caso limite di un macchinista che inizia il turno, ad esempio di 11 ore, alle 10.30. Avendo solo brevi pause di 15 minuti durante la giornata, non sufficienti per scendere dal treno e mangiare, si trova ad arrivare a fine turno, alle 21.30, con lo stomaco ancora vuoto.

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