In una lettera inviata qualche giorno fa alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo i pendolari della Roma -Viterbo esprimo tutta la loro preoccupazione per le loro condizioni di viaggio. Preoccupazioni che vengono avvalorate dall’apertura delle indagini su ben sei “mancate collisioni” dei treni della linea che collega Viterbo alla Capitale.
Spiega il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord nella lettera inviata a Strasburgo: “La tratta, che copre una distanza di circa 80 km sui 102 totali, è gestita con un sistema di sicurezza del giunto telefonico che, come i fatti disastrosi di Andria e Corato del luglio 2016, tragedia ferroviaria in cui morirono 23 persone per uno scontro tra due treni in Puglia, hanno dimostrato non sia il massimo come sistema per la tutela della sicurezza dei passeggeri”.
Punto critico della linea Roma - Viterbo è quello nei pressi della stazione di Montebello dove il doppio binario lascia il posto al binario unico in cui i treni devono viaggiare alternati per non scontrarsi. È qui che si attiva il giunto telefonico: prima della partenza, ogni treno deve ottenere l’autorizzazione per viaggiare sul binario unico assicurandosi che esso non sia occupato da un altro convoglio. Almeno sei volte però è accaduto che tale sistema non funzionasse e che un convoglio, ricevuta l’autorizzazione a partire, si sia trovato a viaggiare sul binario unico mentre, dal lato opposto, ne procedeva un altro. Sono stati solo gli scrupoli dei macchinisti, che si mettevano in contatto telefonico per assicurarsi che il binario fosse libero o meno nonostante il ricevuto “via libera”, ad evitare la collisione.
Le informazioni raccolte da Rigattieri sono ora al vaglio dell’ANSF - Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie - e contribuiscono ad incrementare le pessime notizie che da tempo circolano sulla gestione delle tratte da parte di ATAC oltre alla mancanza di controlli e di azioni conseguenti ai disagi da parte della Regione Lazio, ente proprietario.


