Il guasto occorso oggi al Frecciarossa 9514 di cui anche noi abbiamo dato conto, ha dato a molti giornali generalisti la possibilità di formulare la solita domanda che viene fatta in questi casi: possibile che per un guasto a venti minuti da Firenze si perdano due ore e mezza?
Ragionando dalla parte del viaggiatore che non conosce il sistema ferrovia la risposta non può che essere no, non è possibile. Tuttavia, se si analizza l'evento dall'altra parte si capisce che non c'è un "piano strategico" per impiegarci più tempo ma semplicemente che la ferrovia è un sistema complesso che alle volte ha bisogno di tempi più lunghi di quanto si possa immaginare.
Del resto, se si riesce a scansare per qualche istante l'ira e a ragionare a mente lucida ci si arriva anche facilmente.
Un treno si ferma all'improvviso sotto una galleria, al buio. Va via la corrente e con essa la luce e l'aria condizionata. Succede, il treno è una macchina come tutte le altre e anche con il massimo della manutenzione il guasto è sempre dietro l'angolo.
Ebbene in una situazione già di per se comprensibilmente non facile, il macchinista per prima cosa cercherà di capire dove sia il problema. È infatti del tutto fuori luogo pensare che appena si presenti il guasto egli si metta a chiedere la locomotiva di soccorso. I minuti per capire cosa non va sono necessariamente diversi e una volta scoperto il problema egli tenterà per prima cosa di porre rimedio, fosse anche per procedere fino al successivo impianto. È facile capire che già per fare tutto questo, in quelle condizioni, di minuti ne sono passati molti.
Appurato che la corsa non può essere ripresa, sarà chiamata quindi una locomotiva di soccorso che è sì pronta nella stazione di grandi dimensioni più vicine ma che da qualcuno dovrà pur essere condotta. Si rende quindi necessario reperire il personale che, per quanto sia allerta per simili evenienze, ha comunque bisogno di tempi tecnici per potersi fisicamente mettere in moto. D'altro canto, anche quando ciò avverrà, si deve fare i conti con il resto della circolazione che è ancora attiva, con il conseguente perditempo.
Del resto il paragone con l'auto è scontato. Se chiamiamo un carro attrezzi per recuperare la nostra auto in panne chi lo guida avrà bisogno di tempo per salirci sopra e raggiungerci e non è escluso che possa incontrare problemi di traffico...
Una volta giunto il mezzo di soccorso, poi, non è sufficiente agganciare e retrocedere come il pensiero comune suggerirebbe. I treni sono elementi complessi, necessitano dell'effettuazione di operazioni propedeutiche alla partenza, senza dimenticare che se si sono aperte le porte per arieggiare il convoglio si può anche avere a che fare con viaggiatori affacciati o addirittura scesi lungo la sede dei quali va preservata l'incolumità. Il tutto sempre al buio, con le problematiche che si possono facilmente immaginare.
Insomma tutto questo può far capire come mai, per quanto da parte delle compagnie di trasporto ci sia grande attenzione verso il recupero di treni in difficoltà, spesso i tempi siano estremamente lunghi.
Forse, piuttosto che lamentarsi sui tempi di recupero che non possono essere più di tanto ridotti, si potrebbe auspicare una maggiore attenzione verso il benessere dei viaggiatori in casi simili, chiedendo la distribuzione rapida ed automatica di generi di conforto senza avventurarsi però a criticare l'inagibilità delle toilette che, essendo di tipo moderno a circuito chiuso, è ovvio che non possano funzionare...
Concludendo, nessuna compagnia ferroviaria ha piacere ad incappare in simili eventi. Se le tempistiche per porre rimedio sono queste si stia pure certi che c'è più di un motivo.