Nonostante da anni non si riesca a trovare una vita d'uscita, nessuno almeno a parole è contrario al raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina, tuttavia “bisognerà agire ed intervenire considerando quelle che sono le caratteristiche del territorio molisano interessato”. A sostenere questa tesi è il presidente del Distretto Molise Orientale e commissario straordinario dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Termoli, Remo Di Giandomenico, che parla dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della Puglia di una mozione che chiede al Ministro Delrio e al Presidente del Consiglio Gentiloni di interagire con la regione Molise per superare “l’ostruzionismo” manifestato fino ad oggi.

Per la regione Puglia le richieste della regione Molise starebbero rallentando in maniera notevole i lavori di una infrastruttura di vitale importanza che è da tempo foriera di ritardi essendo sostanzialmente l'unico collo di bottiglia su tutta la linea Adriatica.

“La realtà però è totalmente diversa da quella che viene raccontata dalla regione Puglia che, risolte le proprie esigenze di diversa natura, adesso non bada a spese nello scagliarsi contro il Molise che invece cerca solamente di risolvere la situazione tutelando le esigenze del territorio. Non piace infatti il progetto proposto da RFI che prevede alte barriere anti rumore in prossimità del centro abitato di Termoli e dei paesi costieri dove dovrebbe sorgere il raddoppio ferroviario”.

“In realtà – aggiunge Di Giandomenico – il Molise è fin troppo interessato a questo raddoppio, tuttavia aveva chiesto interventi ben precisi che sono stati disattesi da RFI. Appare adesso superficiale l’intervento della regione Puglia che, dal canto suo, poteva interagire con il Molise al fine di addivenire ad un piano unico di interventi per tutelare il paesaggio di entrambe le regioni. Ci sono opere innovative sulle quali poter puntare, quelle enormi barriere che invece si vorrebbero realizzare sono troppo impattanti per un territorio a totale vocazione turistica”.

“Ribadiamo la disponibilità al raddoppio ferroviario – conclude Remo Di Giandomenico – ma non possiamo scendere a compromessi sulla tutela del territorio e della popolazione costiera interessata”.

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