Esasperati dalla situazione, adesso capitreno e macchinisti pensano a una protesta definitiva, al rifiuto di salire sui treni finché la questione sicurezza non verrà affrontata e risolta. L’episodio che ha trasformato la tensione in rabbia è stato l’aggressione di un capotreno a Cremona; l’ultima di una lunga serie di piccole, grandi violenze quotidiane che descrivono una situazione non più sostenibile.

Vittima dell’episodio di sabato è stato un capotreno di 58 anni, con tanta esperienza e qualche problema di salute. Lungo la Mantova-Milano, l’uomo ha rivolto a un passeggero senza biglietto, l’invito a scendere innescando così una reazione rabbiosa: una spinta che lo ha colto di sorpresa facendolo cadere sull’asfalto della banchina della stazione di Cremona. Ferito alla testa, il capotreno è stato medicato al pronto soccorso e successivamente dimesso con una settimana di prognosi. L’aggressore è riuscito a fuggire prima dell’arrivo della polizia ferroviaria.

Il segretario della Filt Cgil Marzio Uberti, ribadisce l’esasperazione di chi tutti i giorni è costretto a lavorare e viaggiare con la consapevolezza che sarà un altro giorno di violenze e prepotenze. E anticipa un appello severo alle istituzioni, l’ultimo prima della protesta. Dice Uberti: “È la solita storia quando si verificano episodi eclatanti, allora scatta una forma di vigilanza che tutela dipendenti e passeggeri, ma spenti i riflettori si torna alla routine. Siamo molto preoccupati, anche perché la maggioranza dei controllori in servizio sulla Mantova-Milano è costituita da donne, più esposte alle violenze, senza nulla togliere alla loro professionalità. Siamo stanchi di ripetere i soliti appelli, insieme a Trenord chiameremo in causa la Regione e solleciteremo Comune, Provincia e prefetto, perché c’è una sproporzione allarmante tra il flusso di passeggeri sulla linea e il numero di violenze e aggressioni. Non siamo più nel campo dell’imprevedibile sappiamo che a Bozzolo e Piadena è ormai scontato assistere a episodi di prepotenza e violenza. Non voglio scimmiottare chi urla che il problema sono i profughi o la presenza di determinate comunità, la verità è che in nelle pieghe di queste realtà s’inseriscono dei delinquenti. Il sospetto è che utilizzino i treni per commerci poco limpidi. Nessuna concessione al populismo, prima presenteremo le nostre proposte alle istituzioni, poi valuteremo il da farsi”.

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