In questi giorni è tornata in auge l’idea del raddoppio della Linea Adriatica tra Termoli e Lesina. Da un lato c’è la regione Puglia che vuole ovviamente il raddoppio per rimediare alla presenza di un fastidioso collo di bottiglia che spesso provoca ritardi a catena.
Dall’altro c’è invece la regione Molise che vuole anch’essa il raddoppio ma non semplicemente accostando un secondo binario al primo, bensì risolvendo con un’opera che prevedrebbe all’altezza di Campomarino l’eliminazione del viadotto e il trasferimento dei binari dalla costa all’interno, utilizzando una galleria naturale di due chilometri circa e una artificiale di 900 metri. Rete Ferroviaria Italiana, tuttavia, ha già valutato e respinto questa ipotesi, perché comporrebbe un aumento dei costi di circa 150 milioni di euro rispetto al progetto iniziale, portando l’impegno finale a 700 milioni contro i 549 previsti, e anche e soprattutto il riavvio ex-novo del complesso iter procedurale, con un ulteriore slittamento e prolungamento dei tempi di realizzazione di parecchi anni rispetto al crono programma precedentemente indicato.
Noi su quella sezione di linea di circa 33 km ci siamo stati e l’abbiamo percorsa in lungo e in largo e possiamo esprimere con serenità una opinione. Iniziamo col dire che la tratta corre lungo la costa per meno di metà del tracciato, circa 15 km a dire tanto. La Regione Molise parla di opere previste “invasive e imponenti” e atte a “deturpare in maniera sensibile un territorio a vocazione turistica” tuttavia almeno al momento di questa “vocazione turistica” c’è poca traccia.
Se non andiamo errati, si registra infatti lungo il percorso vicino al mare la presenza di due Campeggi e tre Lidi con una spiaggia attrezzata e un Hotel presso Chieuti dove comunque la ferrovia passa già più distante dalla costa e siamo già in territorio pugliese. Si potrebbe obbiettare che il nuovo tracciato dovrebbe attraversare il bel Bosco la Bufalara, il che è vero ma esso è già in Puglia e misura solo 1 km circa mentre tutto il resto attraverserebbe quasi esclusivamente dei campi, alcuni dei quali anche incolti. Un minimo di impatto lo si potrebbe avere forse tra Termoli e Campomarino ma ci troveremmo in una zona già piuttosto urbanizzata e ben lontana dal bagnasciuga. Tra l’altro il secondo binario andrebbe probabilmente ad inserirsi nelle vicinanze di quello attualmente presente e della parallela SS16 quindi l’impatto non sarebbe, a nostro modo di vedere, così devastante. Del resto basta navigare la tratta con lo Street View di Google per rendersi conto che la zona risulta piuttosto libera e tutt’altro che frequentata.
Si tratterebbe quindi solo di vedere più lontano e di trovare delle soluzioni che accontentino tutti. Ovviamente questa è una analisi fatta da un punto di vista esclusivamente ferroviario, per cui se ci fossero motivazioni più profonde per quella fatta invece dalla Regione Molise, offriamo volentieri i nostri spazi per una replica.