Continua il botta e risposta tra comitati dei pendolari lombardi, Trenord e Regione Lombardia. Infatti, il giorno successivo alla protesta dei comitati per i ritardi e le corse soppresse, il presidente della Regione, Roberto Maroni, da una parte indica come responsabile della situazione il governo centrale dall’altra chiede a Cinzia Farisè, amministratore delegato di Trenord, di risolvere per quanto possibile i problemi sulle linee regionali, dove a giugno si sono registrate in media 82 cancellazioni al giorno.

Dice Maroni: “Lo so bene che servono 1,5miliardi. Servono investimenti e risorse che noi a causa dei tagli di Roma non abbiamo. Dobbiamo comunque trovare il modo, abbiamo delle idee e ci stiamo lavorando, ma nel frattempo Trenord deve dare risposte concrete: incontrerò l’ad nei prossimi giorni per capire quale sia il loro piano d'azione dopo le comprensibili proteste”.

Secondo Maroni, sarebbe poi da rivedere in futuro anche la presenza di FS nel sistema ferroviario regionale, ma prima, ha precisato “bisogna dare risposte ai pendolari”.

Intanto anche Ferrovie Nord Milano, la società ferroviaria controllata dalla Regione e azionista al 50% di Trenord (l’altro 50% è detenuto Trenitalia) ha invitato Cinzia Farisè a riferire nel prossimo consiglio di amministrazione per cercare possibili soluzioni. Ma la situazione non sembra poter essere facilmente risolta. I disagi di giugno, aveva detto già ieri Trenord devono essere imputati alla straordinaria ondata di caldo e si sono verificati sulle linee in cui circolano i treni più vecchi. In merito all’età dei convogli, alla fine del 2017 il 40% della flotta sarà ancora composta da mezzi con 35 anni di servizio alle spalle. Tutto questo nonostante i 58 nuovi treni acquistati negli ultimi due anni e gli altri 18 che entreranno in servizio entro il 2017 e che, comunque, hanno permesso di ritirare mezzi che circolavano da più di 40 anni.