È stata approvata con l’unanimità la mozione presentata da Alternativa Popolare per il raddoppio della linnea ferroviaria Termoli-Lesina lungo la dorsale Adriatica.
La mozione “impegna il Presidente Michele Emiliano e la Giunta a sollecitare il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e il Presidente del Consiglio dei Ministri Claudio Gentiloni affinché mettano in atto tutte le procedure previste dalle leggi e normative vigenti per superare l’ostruzione e il permanente veto della Regione Molise rispetto al progetto di raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina, per garantire l’inizio dei lavori, non perdere i finanziamenti e garantire al Mezzogiorno d’Italia collegamenti all’altezza dei tempi e delle esigenze di milioni di passeggeri”.
“Il tratto ferroviario Termoli-Lesina della linea Pescara-Bari, che interessa le Regioni Molise e Puglia – viene evidenziato – è l’unico tratto a binario semplice della Direttrice ferroviaria Adriatica Bologna-Lecce, e si estende per 33 chilometri circa. Il binario unico rappresenta un freno enorme ai collegamenti ferroviari tra Nord e Sud Italia lungo la Direttrice Adriatica, e penalizza anche gli ingenti investimenti nell’Alta Capacità e Velocità, necessari per modernizzare le infrastrutture, limitare i disagi per la numerosa utenza e favorire l’economia e lo sviluppo delle regioni meridionali interessate”.
“La Regione Molise, invece, ha espresso forti critiche al progetto di raddoppio della tratta ferroviaria Termoli-Lesina – aggiunge l’esponente di AP – e ha chiesto e ottenuto da RFI l’inserimento di una prescrizione nella delibera CIPE che approvava il progetto stesso, ritenendo le opere previste ‘invasive e imponenti’ e atte a ‘deturpare in maniera sensibile un territorio a vocazione turistica’. Da qui l’esigenza di considerare nel progetto preliminare una modifica che prevedesse all’altezza di Campomarino l’eliminazione del viadotto e il trasferimento dei binari dalla costa all’interno, utilizzando una galleria naturale di due chilometri circa e una artificiale di 900 metri. Rete Ferroviaria Italiana ha valutato e respinto questa ipotesi, perché comporrebbe un aumento dei costi di circa 150 milioni di euro rispetto al progetto iniziale, portando l’impegno finale a 700 milioni contro i 549 previsti, e anche e soprattutto il riavvio ex-novo del complesso iter procedurale, con un ulteriore slittamento e prolungamento dei tempi di realizzazione di parecchi anni rispetto al crono programma precedentemente indicato”.
“L’intervento diretto del Governo nazionale, quindi sarebbe determinato e legittimato dalla pretestuosità delle argomentazioni addotte dalla Regione Molise, dall’aumento esponenziale dei costi e dallo slittamento inaccettabile dei tempi di realizzazione che le variazioni richieste comporterebbero”.