Il malcostume e la micro criminalità iniziano a preoccupare seriamente i vertici di Trenord. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giorno nella sua edizione web di oggi, sul tavolo del prefetto di Milano Luciana Lamorgese e del prefetto di Pavia Erminia Rosa Cesari ieri è arrivata una lettera firmata dall’amministratore delegato di Trenord, Cinzia Farisè, che segue un’istanza analoga inviata nei giorni scorsi al prefetto di Lecco.
Nella stessa si lamentano gli episodi citati nei giorni scorsi anche sulle nostre pagine. Selfie scattati sui binari a pochi istanti dal passaggio del treno, ragazzini che aprono le porte e si aggrappano all’esterno dei vagoni in marcia sulla Milano-Lecco per poi postare i video su social network “chiusi” come Snapchat e Telegram, controllori aggrediti da passeggeri senza biglietto e vandali e writer che nonostante i controlli continuano a devastare convogli e stazioni provocando danni che, secondo le ultime stime, costano a Trenord circa otto milioni di euro all’anno (un milione solo per i graffiti).
La richiesta è quella di pattugliamenti costanti della Polfer sui treni e nelle stazioni lombarde; per fermare i vandali, infatti, non basta il rafforzamento della presenza di agenti stabilita da una serie di convenzioni, la videosorveglianza e l’organizzazione di un servizio di vigilanza privato pagato da Trenord con contributi della Regione Lombardia. «Sulla direttrice Trenord registra, purtroppo, un generale incremento di microcriminalità, atti vandalici, evasione del titolo di viaggio e connesse aggressioni - si legge nella lettera inviata ai prefetti - che concorrono a un quadro sempre più precario in materia di sicurezza». Segue un lungo elenco di episodi accaduti nei mesi scorsi: «rottura di finestrini e porte interne, lancio di sassi, azioni di writer che impongono il conseguente ripristino del materiale rotabile, con costi sempre più elevati».
Sulla Milano-Mortara nel 2017 in particolare modo i graffiti sono quintuplicati rispetto all’anno scorso, con un trend registrato anche su altre linee a rischio. «Alle azioni vandaliche - scrive l’ad della società - si accompagnano comportamenti o azioni aggressive nei confronti dei capitreno, spesso donne». Discussioni che sfociano in «insulti e minacce». E il capotreno si trova costretto a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, con «conseguenti forti ritardi sui tempi della circolazione». Le aggressioni normalmente si fermano alle parole, ma contribuiscono comunque a creare un clima di tensione e paura tra le persone che lavorano sui convogli o che li utilizzano. Trenord chiede quindi aiuto alle Prefetture, per frenare «un fenomeno dilagante».