Il prossimo 8 novembre compariranno davanti al giudice delle udienze preliminari Fiorenza Giorgi le sei persone imputate per il deragliamento dell’Intercity 660 Milano-Ventimiglia del 17 gennaio 2014 ad Andora.  

Si tratta di Vincenzo Di Troia, della figlia Giulia e del marito Raffaele De Carlo, proprietari del terrazzino che crollando causò lo smottamento del terreno che andò a riversarsi lungo i binari della ferrovia. Oltre a loro saranno presenti anche Damiano Bonomi amministratore unico della Costruzioni Edili Bergamasche che si è occupata della realizzazione del terrazzo, il tecnico Giovanni Bosi che avrebbe dovuto verificare la stabilità della struttura in cemento armato e Franco Dagnino, dirigente della Ferservizi che secondo i PM, pur conoscendo i dissesti della struttura, non li avrebbe riferiti ai superiori e ai vertici di RFI.

Per tutti l'accusa è di disastro ferroviario, frana e crollo colposo di un terrazzino adibito a parcheggio.

Sull'Intercity 660 proveniente da Milano e diretto a Ventimiglia, quel giorno viaggiavano circa 200 persone. Per Giovanni Battista Ferro, sostituto procuratore della repubblica i sei imputati dovranno rispondere anche della prevedibilità dell'evento. Secondo Ferro infatti "solo per circostanze assolutamente fortuite, dopo aver percorso ancora circa 150 metri di linea, il convoglio si arrestava contro un costone di roccia a picco sul mare posto a valle della scarpata interessata dalla frana e dal crollo".

L'incidente paralizzò completamente la rete ferroviaria ligure per settimane e richiese un impegno straordinario tanto per la rimozione del convoglio quanto per il ripristino della linea.

Orario invernale Trenitalia
Giorni
Ore
Min.
Sec.

Treni insoliti sui binari italiani
Il nuovo libro di Lorenzo Pallotta

234 pagine, 260 foto

Acquista la tua copia!!