In Italia l’automobile privata continua a farla da padrone tra i mezzi di trasporto utilizzati. Questo è quanto emerso dal 14° Rapporto sulla mobilità in Italia, realizzato da Isfort con l’apporto di Asstra e Anav, presentato ieri a Roma nella Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati.
Il mercato delle vendite di auto è risultato in significativa crescita nel 2016, raggiungendo quasi il numero di 38 milioni di veicoli con un tasso di motorizzazione pari a 62,4 ogni 100 abitanti, una percentuale che in Europa pone l’Italia dietro solo al Lussemburgo e con uno scarto di 15-16 punti rispetto a paesi come Francia, Germania e Gran Bretagna.
Al convegno ha partecipato, fra gli altri, anche Barbara Morgante, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia, che ha sottolineato il forte impegno del Gruppo FS Italiane per la mobilità e il traporto pubblico locale: “Se vogliamo combattere l’uso della macchina dobbiamo lavorare sulla disponibilità dei mezzi e sulla comodità. Trenitalia sta puntando tantissimo sul trasporto regionale. In passato abbiamo privilegiato altri business, ma oggi sono cambiati l’atteggiamento e la sensibilità delle Istituzioni. Questo ci consente di porre maggiore attenzione al trasporto dei pendolari e alla mobilità urbana. Abbiamo da poco chiuso una gara epocale da quasi 4 miliardi di euro – continua Barbara Morgante – per l’acquisto di 450 nuovi treni, le cui consegne termineranno nel 2019. Stiamo portando la qualità del servizio a livelli altissimi. Siamo fra i migliori in Europa sia per quanto riguarda la puntualità e regolarità del servizio, sia per il comfort dei nostri treni”.
Un mercato sostanzialmente squilibrato a favore del mezzo privato penalizza anche l’andamento della “mobilità di scambio”, cioè l’integrazione modale e l’utilizzo di più mezzi di trasporto: nel 2016, l’intermodalità ha riguardato il 5,4% del totale degli spostamenti motorizzati, con un significativo incremento rispetto al 2015 (anno in cui la percentuale è stata del 4,5%), ma con un risultato che rappresenta comunque un valore molto basso e che - in relazione alle esperienze degli altri paesi europei – dimostra che, in questo settore, vi è un grande potenziale tutto da sfruttare.
Il 2016 è stato un anno positivo anche per la “mobilità sostenibile” (trasporto pubblico, piedi, bici), che ha segnato un’importante inversione di tendenza, passando dal 27,6% al 31,1% dello scorso anno. Nel campo del trasporto pubblico, soprattutto in ambito urbano, è possibile attendersi l’innesco di un circuito virtuoso per la mobilità sostenibile tra maggiore attenzione delle politiche nazionali (risorse per materiale rotabile, investimenti nelle infrastrutture, ciclabilità, riforma del TPL) e i segnali provenienti dal mercato. La svolta a livello politico e governativo potrebbe aver inizio già nel 2017, ma gli effetti potranno essere valutati solo in un periodo di tempo più lungo negli anni a venire.
Nel frattempo, il mercato del trasporto pubblico urbano rimane molto squilibrato. È significativo nelle aree metropolitane, residuale nella diffusa (e popolata) rete dei piccoli centri: nelle grandi città (superiori a 250mila abitanti), il trasporto pubblico raggiunge il 30,1 per cento, nei comuni fino a 10mila o da 10mila a 50mila abitanti (dove dimora oltre il 67% della popolazione) le percentuali risultano inferiori o pari al 5 per cento (rispettivamente, 4,4% e 5,2%).
Rilevante anche l’altra linea di frattura del mercato del trasporto pubblico urbano, con le differenziazioni tra Nord e Sud: nel Nord Ovest, la percentuale del mezzo pubblico raggiunge il 19%, nel Nord Est il 12,6%, nel Centro il 15,8%, nel Sud e nelle Isole il 9,8% (dati 2016).
Limitato sostanzialmente alle aree metropolitane, risulta fortemente significativo anche lo sviluppo della “mobilità condivisa”, ovvero il car sharing (ma anche il bike sharing e il moto sharing) che, in Italia, ha avuto un forte impulso grazie al modello “a flusso libero” (senza – cioè – postazioni fisse). I numeri complessivi del car sharing: 5.400 veicoli, 700.000 iscritti, 6 milioni e mezzo di noleggi all’anno, 50 milioni di chilometri percorsi ogni anno (in gran parte nelle città di Milano, Roma, Torino, Firenze – dati fine 2015). Anche gli altri numeri di bike e moto sharing dimostrano che la sharing mobility ha potenzialità enormi, ma cattura ancora un mercato di nicchia.