Acilia è destinata a diventare un punto di riferimento nella sperimentazione delle energie alternative utilizzate per alimentare i mezzi su gomma del trasporto pubblico.

Grazie al Pnrr e al Piano nazionale Metro plus, verranno investiti 6 milioni di euro per costruire, accanto alla rimessa dei bus, un vero e proprio distributore di idrogeno che, in futuro, potrebbe essere utilizzato anche dai privati.

L’elettrolizzatore (la macchina che dall’acqua produce idrogeno) alimenterà i primi autobus a idrogeno che arriveranno a Roma.

L’impianto consentirà la produzione di 560 kg/giorno di gas utile per alimentare fino a 30 autobus previsti nella prima fase sperimentale.

La potenza installata sarà pari a 1,5 MW, ottenuti mediante fonti rinnovabili. 

Obiettivo del Campidoglio è realizzare l’infrastruttura per la realizzazione del processo di produzione, stoccaggio e erogazione dell’idrogeno per alimentare veicoli per il trasporto pubblico, rinnovando quindi la flotta e perseguendo l’obiettivo di migliorare il servizio con mezzi nuovi.

Con gli autobus ad idrogeno sulle strade sarà possibile anche migliorare la qualità dell’aria, sostituendo i veicoli con motore termico.

L’idrogeno non è una fonte energetica ma un vettore di energia. 

Consente di “stoccare” grandi quantità di energia potenziale (chimica) in volumi relativamente ridotti.

L’energia sotto forma di idrogeno risulta facilmente trasportabile e immediatamente convertibile in energia elettrica (fuel cell) o in calore (combustione), senza alcuna emissione inquinante.

Essendo un vettore energetico e non una fonte di energia primaria, la sua energia “grigia” dipende dalla modalità di produzione. 

L’uso dell’idrogeno è funzionale alla decarbonizzazione delle attività umane solo se la sua produzione avviene con ridotte emissioni di CO2. 

Tra i punti di forza dell’impianto previsto ad Acilia, la dislocazione nell’area esterna al deposito Atac, quindi in un’area accessibile anche i mezzi privati; la vicinanza allo svincolo della via del Mare (meno di 1 km) e al Gra (circa 10 km ); l’eccesso di produzione (30kg/ giorno circa) di H2 rispetto al fabbisogno con 4 elettrolizzatori attivi per il 70% del tempo; le economie di scala nell’uso di diverse componenti dell’impianto come il sistema di approvvigionamento dell’ idrogeno e lo stoccaggio.

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